domenica 29 aprile 2012

Futuristic booties


La domenica mattina mi risveglio (tardi) con una grandissima voglia di scrivere. E' la mia passione, decisamente. Le idee vagano nella testa sino a prendere sembianza e forma. Pensieri, colori, ricordi e suggestioni si uniscono, maturano e divengono oggetto dei miei post. Questa mattina sono partita da un paio di espadrillas di Chanel, deliziose, che ho visto recentemente in fotografia, indossate da Emma Roberts. Da questo sono poi approdata alla collezione primavera estate 2012 del marchio di Rue de Cambon e sono rimasta ammaliata dagli stivaletti, bianchi o argentati; la mia mente è approdata ad André Courrèges e la sua Space Age. La linea del tempo della moda prende le mosse dagli anni '60. Siamo nel periodo delle conquiste, in tutti i sensi, a 360 gradi. Consapevolezza femminile, contraccezione e indipendenza. Progressi scientifici e missioni spaziali. L'idea è quella di poter raggiungere qualsiasi obiettivo, con la leggerezza dell'essere, la cultura e le minigonne. Mary Quant insegna. Interessante a riguardo il pensiero di Barbara Hulanicki (designer fondatrice di Biba): “Negli anni '60 tutto era possibile, senza regole né codici, le nostre menti erano fresche e pulite; qualsiasi cosa tu facessi, la dividevi con le persone che ti stavano vicino". E pensare che un decennio prima o poco più eravamo nell'era del new look: dirompente freschezza, nelle stoffe plasmate sotto la maestria di Monsieur Dior.
Con Courrèges i non colori bianco e nero predominano, spesso abbinati. E poi l'argento siderale che trionfa nella famosa collezione Età Spaziale del 1964. Geometrie, tagli netti e tubini a trapezio rigorosamente sopra il ginocchio si abbinano a tagli Bob. Gli accessori non sono un elemento da sottovalutare in questo "New" Look Sixties. Gli stivaletti bianchi, piatti e con la punta squadrata, i cappellini e gli occhialoni. Crescono le sperimentazioni materiche, interazioni tra vinile, fibre ottiche e pvc con tessuti cosiddetti "canonici", anche per altri colleghi come Ungaro o Paco Rabanne. Non è difficile incontrare Jackie Kennedy, Katerine Deneuve o Twiggy vestite da capo a piedi dal sarto-architetto. Spingendo il tasto fast forward arriviamo ai nostri giorni e alla collezione p.e. di Chanel, dalla quale ho avuto l'ispirazione per scrivere questa mattina. Il Grand Palais di Parigi è stato trasformato per la sfilata in un grande acquario dai toni candidi e paradisiaci. E' come se il tempo si fosse fermato in una realtà indefinita, in una società popolata da splendide ed eteree sirene. Lucenti tubini e tailleur argentati o bianchi risplendono come perle, rispecchiando lo stile grafico di Kaiser Karl. Tra gli accessori trionfano booties bassi e stivaletti bicolor. Notare il particolare del tacco, un tocco contemporaneo e perché no, futurista come solo Lagerfeld, grande maestro, potrebbe fare.     




Chanel p.e.2012 da Vogue.it credits GoRunway.com

Chanel p.e.2012 da Vogue.it credits GoRunway.com 

Futuristic Girls - Courrèges

Futuristic Girls - Courrèges

Futuristic Girls - Courrèges