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mercoledì 2 gennaio 2013

British Snob: MODS

1994: Liam e Noel Gallagher durante i loro concerti indossano parka verdi con il cappuccio, hanno i capelli alla “French Crew” e Demon Albarn leader dei Blur si fa immortalare a bordo di una Lambretta super cromata. E’ chiaro a tutti, la terza ondata Modernist è arrivata.  Si proprio loro i Mods, giovani e arroganti, un po’ con la puzza sotto il naso, indifferenti nei confronti della società. Camminano a testa alta, rispettosi e rispettati, con un stile di vita contrario al conformismo, tanto da ribellarsi alle sottomissioni delle imposizioni della gente per bene.  Esperti di moda, approfondiscono la conoscenza della cultura giovanile ascoltando solo musica che conta, quella di qualità, quella moderna. Moderno è l’aggettivo dai significati molteplici che da vita all’etimologia del movimento stesso, Mods è l’abbreviativo di “Modernism” il movimento culturale 100% british che nasce negli anni ’50 e che non ha mai visto il suo tramonto. Non tutti sanno che nasce nei sobborghi della Londra più cupa, quella di Soho, dopo una guerra che devastò città e popolazione, Mods è stile e musica, dove per musica s’intendono tutte le contaminazioni di Rythm&Blues, Jazz, Northen Soul, Bluebeat e Rock Steady.  I ritmi americani erano sofisticati, puliti e rigorosi e i giovani traducevano questi dettami anche nel look. Lo stile era fondamentale per i Mods, quasi una ragione di vita, così come lo era la ricerca di vinili rari, l’assunzione delle PurpleHurts (un tipo di anfetamine), le rivolte contro i rockers e gli skinhead (celebre quella di Brighton nel 1964) e le notti a ballare al Flamingo o allo Scene Club di Soho. Un bersaglio stilizzato simbolo della Royal Air Force è il loro segno distintivo.
Il loro look era ricercato e da come si poteva evincere dal programma serale Rock, Steady Go!, i  capelli erano corti dal taglio pulito alla “Perry Como” o alla “College Boy” senza olii o brillantina; gli abiti sartoriali dal gusto italiano con blazer a due o tre bottoni e pantaloni slim fit, camicia con collo piccolo per poter annodare una sottile cravatta, calzature possibilmente fatte su misura, come quelle bicolor da bowling. Nell’abbigliamento più casual non poteva mancare il Parka, i jeans Levi’s e le polo Fred Perry.  Questo era il tipico look da scorrazzata con le loro Vespe e Lambrette iper-accessoriate da specchietti e marmitte cromate. His Clothes in Carnaby Street, Sam Arkus nel West End, John Stephens in Beack Street erano i negozi di riferimento per i mods; il sabato mattina erano davvero affollati e tra ragazzi si faceva la gara a chi fosse il più cool. Intanto a metà degli anni sessanta gli High Numbers (i futuri The Who) e gli Small Faces diventano delle vere icone Mods, ma un’ondata di rock puro sta coinvolgendo la scena musicale e  Stones e Beatles diventano fenomeni mondiali. Il movimento Mod sembra essere al capolinea, ma è grazie a “Quadrophenia” di Franc Roddam del 1979 tratto dall’omonimo album degli Who del 1973, che i modernisti godono di un importante revival chiamato MOD79.  Le band più importanti del periodo furono quelle dei The Jam con Paul Weller, The Chords, e i Lambrettas. Gli anni ’80 hanno inizio e con il fenomeno delle Fanz-ine la cultura mod riuscì a essere popolare in tutto il mondo, “Faces” e “Drynamil” erano delle vere e proprie raccolte di notizie e suggerimenti per gli amanti della musica e dello stile, attraverso questo tipo di comunicazione alternativa al passaparola, si organizzarono raduni, concerti e si diffuse la conoscenza di nuovi artisti emergenti. Giunti ai giorni nostri, quell’influenza continua a esistere e mentre Liam crea una collezione bio ispirata ai modernist chiamata “Pretty Green” (con il mitico Paul Weller come testimonial), gli Artic Monkeys, i Last Shadow Puppets, Kooks e Kaiser Chiefs omaggiano i loro predecessori con suoni 60s psichedelici.

Mod significa essere qualcuno, non qualcosa (Jam, 1978 To be someone).















































martedì 17 aprile 2012

Style note: Ska evolution


Ska girl
England e Union Jack, quando sotto la stessa bandiera pulsano diversi stili, è difficile identificarsi e capire quali sono le peculiarità che hanno portato alla nascita e allo sviluppo di un movimento musicale e di stile tanto forte da influenzare milioni di ragazzi in tutto il mondo nel giro di pochi decenni.
La fantasia galoppa quando si pensano a fenomeni socio-politici che hanno provocato rivoluzioni, prese di posizione per il senso si appartenenza di un determinato gruppo. 
La musica prima di tutto e la moda di riflesso, sono da sempre stati capaci di trasmettere un messaggio ben preciso di ciò che stava accadendo nella società e nella quotidianità. Lo stile british nelle sue più disparate sfaccettature è sempre quello più avanti di tutti, quello più trasgressivo, più all'avanguardia, quello capace di travolgere intere generazioni: da quella anni cinquanta di Mary Quant e quella sixties di Twiggy, David Bailey e dei Beatles, passando per la generazione dei Mods vs Skinhead, tra le scorribande di Clash e Sex Pistols, fino alle levate danzanti di Madness e Specials e al Brit Rock di Oasis e Blur degli anni 90.
Tutti questi movimenti costantemente nel tempo, hanno subito dei revival più o meno importanti e notoriamente identificabili, ma sempre vengono ripresi e reinterpretati secondo le logiche del tempo che incontrano. Lo si vede nelle sfilate, lo si ascolta nella musica nei club, lo si vede sopra le t-shirt che indossiamo tutti i giorni. 
Imbattendosi sulla sfilata SS12 del noto stilista Henry Holland di House of Holland, gli elementi di un evoluzione di uno stile come quello ska ci sono tutti. Sottolineando il concetto di "evoluzione di stile" perché è di questo che si tratta. Elementi chiave come le bretelle, la camicia abbottonata fino al primo bottone, la fantasia Check su abitini e pantaloni, la maglia, l'animalier, i golfini e le polo. Già le polo, quelle di Fred Perry, famosissime in Inghilterra soprattutto tra Mods e Ska  e riportate in voga grazie a Demon Albarn e soci. Le bretelle, accessorio maschile per eccellenza, solleva le braghe anche di giovani donzelle alternative, sotto una t-shirt o una camicia super fittata e femminile. Poi ci sono i pantaloni a vita alta, super slim e arrotolati alla caviglia, i calzini sono bianchi o colorati e si indossano con mocassini da college o stringate maschili. I capelli sono da portare raccolti in chignon laterali e code ben tirate, ma per le più audaci, è meglio rasarli ai lati con ciuffi che richiamano quelli dei rockabilly. 
Ecco l'evoluzione, la capacità di mixare uno stile ben preciso in un periodo storico differente per creare nuovi fenomeni culturali, come le nuove ska girls, le ribelli più snob che esistano.


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England and Union Jack, when under the same flag pulsate different styles, it is difficult to identify and understand what are the qualities that have led to the birth and development of a musical movement and style so strong as to affect millions of children around the world Within a few decades.The imagination gallops when you think about social and political phenomenon that have caused revolutions, position papers for the sense of belonging to a particular group.First music and fashion as a consequence, have always been able to convey a very precise message of what was happening in society and everyday life. The British style in its many different facets is always ahead of everybody, the most outrageous, most advanced, capable of overpowering the generations: from the fifties to the sixties of Mary Quant and Twiggy, David Bailey and the Beatles , through the generation of Mods vs. Skinhead, between the Clash and Sex Pistols raids, to lift up dancing to Madness and the Specials and Brit Rock Oasis and Blur of the 90's.All these movements steadily over time, have suffered more or less important than the revival and notoriously identifiable, but are always taken up and reinterpreted according to the logic of the time they meet. This can be seen in fashion shows, you hear the music in clubs, you see it above the t-shirts that we wear every day.Encountering the SS12 fashion show of the famous fashion designer Henry Holland of House of Holland, the elements of an evolution of a style we are all like ska. Stressing the concept of "Evolution of Style" because that is what it is. Key elements such as braces, his shirt buttoned to the top button, check the fantasy of dresses and pants, the shirt, the animal, the sweaters and polo shirts. Already the pole, those of Fred Perry, famous in England, especially between Mods and Ska and reported in vogue thanks to Demon Albarn and associates. The shoulder straps, accessory male par excellence, also raises the pants of young maidens alternative, under a t-shirt or a shirt super feminine and rented. Then there are the high-waisted trousers, super slim and rolled his ankle, his socks are white or colored, and are worn with loafers or lace-male college. The hair is gathered in bun to take sides and tails pulled well, but for the most audacious, it is best to shave the sides with tufts that recall those of rockabilly.Here is the evolution, the ability to mix a certain style in a different historical period to create new cultural phenomena, such as new ska girls, the rebels so pretentious there.









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vice magazine

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Volt Magazine

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ska girls

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SS12 House of Holland

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Agyness Deyn

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