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lunedì 3 dicembre 2012

Fashi-Off loves Gianfranco Ferrè




Gianfranco Ferrè

Un uomo imponente dai movimenti lenti, discreto, educato, colto e con gli occhiali alla Cavour, raggiunge il suo ufficio di prima mattina. Dopo la colazione e la lettura della rassegna stampa, inizia a disegnare. I suoi tratti sono decisi, forti, lineari,con la matita e pennarelli neri e rossi graffia i fogli e trasforma i suoi tratti in opere d’arte. Prendono così vita abiti da favola immaginati su corpi di donne leggiadre. Una giornata come tante altre quella descritta, una giornata come tante ma di un uomo unico e inimitabile:L’architetto Ferrè. Il “Sig. Ferrè”, come lo chiamavano tutti, ha trascorso una vita magica, all’insegna di sogni realizzati solo con la tenacia e la voglia di eccellere sempre. Una vita di opulenza, di arte, di eleganza, di amicizie speciali che hanno sempre contribuito al suo grande successo. Dopo la laurea in Architettura nel 1969 inizia casualmente un’avventura che incrocia un dedalo di personalità importanti per il suo cammino. Tra tutti Rosy Biffi e suo marito, che saranno tra i primi a credere in lui e a presentarlo nelle loro boutique. Poi arrivano le collaborazioni con Walter Albini, le pubblicazioni sui mensili “Arianna” e “Grazia” grazie al contributo delle giornaliste Anna Piaggi e Anna Riva. I viaggi in India per l’azienda Genovese “Ketch” all’inizio degli anni ’70, sono la scoperta di un mondo esotico, fatto di suggestioni d’oriente, di colori, profumi, sapori, cultura, vibrazioni che solleticano in lui una creatività straordinaria che non avrà mai fine. Un’ispirazione voluta dalle emozioni, e impresse sulla carta, le sue bozze, saranno sempre intrise di polvere d’India. Il 1978 è l’anno del debutto, la prima sfilata Pret à Porter a Milano, i riflettori sono tutti per lui: l’architetto delle donne. Con Armani e Versace, forma la triade della moda Italiana, che negli anni ottanta fa vivere alla città meneghina il periodo più florido, con una ricchezza creativa mai vista prima. Gli anni nella Villa Lumiere, nella Maison Dior, arrivano nel 1989 dopo sei stagioni di Haute Couture a Roma. I giornalisti presenti allora ricordano quelle sfilate come uniche e indimenticabili, perfette nella regia, nella scelta dei temi e negli abiti maestosi. E’ solo grazie a questo stile che Dior rinasce: un italiano ha dato nuova forza alla moda Francese. Poi il ritorno a casa, i pensieri rivolti alla sua Milano e la sua casa di moda lo convincono ad abbandonare Parigi. E’ il 1997 e per lui ci sono nuovi progetti, nuove linee, un palazzo in via Pontaccio a Milano da inaugurare. Le lezioni che tiene nelle maggiori città del mondo, sono riflessioni profonde sulla materia, sullo spazio e le forme ed è stato tra i fondatori della progetto della Domus Accademy per i giovani talenti. I giovani che lui amava, dai quali diceva di poter imparare una nuova visione e interpretazione della realtà. A loro nel 1995 dedica un libro “Lettre à un jeune couturier” in cui da i consigli per affrontare la carriera difficile del creatore di sogni. Lui era l’eleganza per antonomasia. Il “segno” distintivo del suo stile era la “camicia bianca” nella tradizione e innovazione; ma non si possono non citare gli elementi che hanno reso celebre il suo stile come l’alternanza del black&white, il blu per l’estate, i tessuti impalpabili, gli abiti da sera, i nodi delle fusciacche, le alte cinture, il maneggiare i tessuti come nessun altro sapeva fare. Molti lo descrivevano come un uomo un po’ burbero ma in realtà era timido e gentile. Un’emorragia cerebrale lo ha colpito il 17 Giugno 2007 a pochi giorni dalla sfilate maschili. Le sue opere rimarranno patrimonio di tutti grazie alla “Fondazione Gianfranco Ferrè” fondata nel 2008 per volere della famiglia e della sua cara e fedele amica Rita Airaghi. Gianfranco Ferrè: Un couturier d’eccezione che tra uno schizzo e una mousse al cioccolato, una delle sue passioni, creava un mondo di sogni, tra stoffe pregiate e rigore assoluto.​


* un grazie speciale a Rita Airaghi e alla Fondazione Ferrè.

Gianfranco Ferrè - Fondazione Ferrè


Gianfranco Ferrè - Fondazione Ferrè

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domenica 29 gennaio 2012

Uno sguardo sul futuro: Versace Haute Couture

Otto anni sono passati dall'ultima collezione Couture presentata dall'iconica casa dalla testa di Medusa. E se è vero che la linea Alta Moda per una maison rappresenta una sorta di cartina tornasole, il riscontro per Versace è decisamente positivo. Con la capsule per H&M, il cui primo round ha praticamente totalizzato un sold out, si tratta davvero di una stagione aurea per il direttore creativo Donatella Versace. E la mente di tutti gli appassionati di moda - o di chi semplicemente è cresciuta come noi negli anni Novanta - corre al fenomeno “Supermodels” esploso tra il grande pubblico con la sfilata Versace A/I 1991/92.

fenomeno “Supermodel” da timeline www.versace.com



1995 Haute Couture, mostra collettiva al Met.
da versace.com

In passerella per questa primavera estate Haute Couture una decina di scultorei abiti bustier, con lunghi spacchi, elemento "classico" della Maison che tanto ci ricorda il sensualissimo abito indossato dalla top Elisabeth Hurley a fianco del suo Hugh Grant alla prima di "Quattro Matrimoni e un Funerale".
Power in tutti i sensi possibili, questa l'allure che possente si libera tra i garments vitaminici presentati all'Ecole Nationale des Beaux-Arts a Parigi. Cristalli Swarovski e preziosissimo pizzo, ancora chiffon, seta e inserti metallici, chiosano come una materica firma della stilista, un messaggio che si insinua tra le creazioni: forza, bellezza e sensualità, questa la ritrovata donna Versace. Gambe e spalle sono i suoi punti focali per un corpo che, grazie al taglio e alle forme slim e sinuose, diviene protagonista di un grande retour.

Versace Couture P.E. 2012 @Style.com

Versace Couture P.E. 2012 @Style.com

Versace Couture P.E. 2012 @Style.com

Eight years ago the latest Couture Collection presented by the iconic fashion house of the Medusa. And if it's true that the Haute Couture line of a maison de mode is a sort of litmus test, the feedback is very positive for Versace. With the capsule collection for H&M, which scored a first round basically sold out, it seems to be really a golden season for the creative director Donatella Versace. 
And the mind of all fashion enthusiasts - or those who simply grew up in the Nineties like us - runs to the phenomenon of "Supermodels" exploded with one fashion show in particular: Versace F/W 1991/92.
On the catwalk for this Spring Summer Haute Couture about ten sculptural bustier garments with long slits, "classic" element of the House that reminds us of the sensual dress worn by Elizabeth Hurley at the première of "Four Weddings and a Funeral". 
"Power in all possible ways", this is the powerful inner allure that is released among Versace's vitamin garments presented at the Ecole Nationale des Beaux-Arts in Paris. Swarovski crystals and precious lace, chiffon, silk and metal inserts, as a signature of the designer, a message of strength, beauty and sensuality. Legs and shoulders are the brand's focal points scupltured for a body that, thanks to the cut and slim and sinuous fit, becomes the protagonist of a great retour.